sabato 8 settembre 2007

Don Matteo e il Festivalbar

Ieri sera, per la prima volta dopo anni, mi sono persa la finale del Festivalbar. A dire il vero ignoravo completamente che fosse in programma: non soltanto mi risultava che di solito la finale andasse in onda in due serate consecutive il lunedì e il martedì, ma nei giorni scorsi non mi era capitato di vedere nessun promo che avvisasse dell'"evento".
Solamente oggi ho scoperto chi ha vinto: vincitori assoluti i Negramaro con "Parlami d'amore", premio album a Biagio Antonacci con "Vicky Love", premio radio a Irene Grandi con "Bruci la città", premio Festivalbar Digital ai Tokio Hotel con "Monsoon", premio speciale a Elisa.
Se avessi fatto zapping mi sarei accorta che c'era la finale... ma ieri sera ero impegnata nella visione delle repliche di "Don Matteo 5", una fiction garbata e adatta a tutta la famiglia, che però sta iniziando a stancarmi perché in tutte le puntate si ripete praticamente lo stesso identico schema:

  • Poco dopo l'inizio c'è un omicidio, mai un reato un po' meno cruento. Stando alla fiction, sembrerebbe che la bella cittadina di Gubbio abbia il più elevato tasso di delitti in Italia!

  • I carabinieri, coordinati dal capitano Anceschi (il mio adorato Flavio Insinna ), indagano, indirizzando i loro sospetti su due o tre persone diverse che in seguito si rivelano puntualmente innocenti.

  • Don Matteo ficca il naso nelle indagini dei carabinieri, fornendo al maresciallo Cecchini degli spunti determinanti per avvicinarsi alla verità.

  • Ad un certo punto a Don Matteo capita di ascoltare una frase che apparentemente non ha nulla a che vedere con il caso, ma che lo mette sulla strada giusta per individuare il colpevole e il movente.

  • Il prete raggiunge l'assassino, rivelandogli di averlo smascherato e dispensandogli una delle sue tipiche frasi così dense di spiritualità.

  • Subito dopo arrivano ad arrestare il colpevole i carabinieri, i quali sono giunti alla verità seguendo un percorso diverso (e solitamente più lungo) rispetto a quello di Don Matteo.

  • Risolto il caso, tutti tornano felici e contenti.

2 commenti:

  1. Fra Don Matteo e il Festival playback bar, io ho optato per il silenzio del mio televisore.

    Certo vedere Terence Hill fare il prete dopo che con Budd Spencer ne ha date di santa ragione ai cattivi di turno... fa uno strano effetto.

    Saluti

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  2. Già, è vero, l'abuso del playback al Festivalbar è insopportabile!
    Personalmente non ho mai visto neanche un film con Bud Spencer e Terence Hill, ma in effetti potrebbe sembrare strano vedere quest'ultimo nel nuovo ruolo... che però interpreta alla perfezione, riuscendo a dargli una parvenza mite e pacata, anche troppo (vabbe' che si tratta di un prete...).

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