sabato 21 aprile 2007

La dura legge dell'Auditel

Come c'era da aspettarsi visti gli ascolti deludenti, è stato chiuso dopo due sole puntate il programma "Colpo di genio" (mai un titolo fu così poco azzeccato e scaramantico), il quale segnava il ritorno di Simona Ventura su Raiuno dopo la non esaltante esperienza di Sanremo 2004 e l'ancor meno memorabile parentesi de "Le tre scimmiette". Comunque "SuperSimo" non deve preoccuparsi più di tanto, perché condurrà la prossima edizione di "Miss Italia" (sono solo io che non ce la vedo?).
Per quel poco che ho visto del programma, non credo che ne sentirò la mancanza: si trattava di una gara fra invenzioni assurde in cui l'inventore della migliore (praticamente la meno assurda) veniva premiato con la bella somma di quarantamila euro da investire per sviluppare la propria creazione (oppure anche per cambiare l'auto, andare in crociera... chi lo sa?); praticamente la brutta copia de "I cervelloni", programma condotto da Paolo Bonolis tra il 1994 e il 1996, del quale ho un buon ricordo.
La presentazione delle varie invenzioni era inframmezzata dai siparietti di Teo Teocoli, uno dei pochissimi "comici" che non mi fanno ridere neanche un po'; non so nemmeno se lo perdonerò mai per aver osato proporre una pseudo-imitazione del sublime Roberto Bolle!
L'insuccesso di "Colpo di genio" è la dimostrazione che non è vero che tutto quello che tocca Federico Moccia (uno degli autori del programma) diventa oro...

Un altro programma che ha avuto ascolti inferiori alle aspettative, ma evidentemente non abbastanza scarsi da scongiurare che venga riproposto il prossimo anno, è il "Grande Fratello", la cui settima edizione si è conclusa ieri sera. Quest'anno non l'ho mai visto, limitandomi a leggere qualche commento in Rete. Alcuni affermavano che "Milo dovrebbe essere squalificato, perché ha espresso giudizi inaccettabili nei confronti dei napoletani ed insultato il defunto padre di un'altra concorrente"; altri sostenevano che "Milo merita di vincere, perché è il concorrente più autentico e non ha mai nascosto le sue strategie". A quanto pare, sono stati questi ultimi a prevalere!
Aggiornamento (dopo che ho letto con più attenzione l'articolo di Yahoo! Notizie linkato all'inizio del precedente capoverso). Trovo molto irritante che il direttore di Canale 5 Massimo Donelli si vanti per "la leadership assoluta della rete sul target commerciale, il più pregiato per gli investitori", per la serie: dei telespettatori con meno di 15 o più di 64 anni non ce ne importa granché, dato che non rappresentano il consumatore medio e quindi sono "prede" meno appetibili per le campagne pubblicitarie. A parte il fatto che conosco molti "under 15" e "over 64" che sulla spesa influiscono eccome, basando le proprie scelte sui messaggi pubblicitari molto più di quanto faccia io, che di questo fantomatico "target commerciale" faccio parte... forse chi non rientra in quella fascia d'età non ha diritto a vedere programmi che gli piacciano? Il gradimento del "Grande Fratello" da parte del "target commerciale" giustifica anche i suoi eccessi?

Nessun commento:

Posta un commento